Il Piano triennale per il lavoro, pubblicato il 30 luglio 2010, mira a stimolare la crescita economica e una occupazione maggiore e di qualità ponendo particolare attenzione alla:
• produttività del lavoro, attraverso l’adattamento reciproco delle esigenze di lavoratori e imprese nella contrattazione di prossimità, le forme bilaterali di indirizzo e gestione dei servizi al lavoro, l’incremento delle retribuzioni collegato a risultati e utili della impresa;
• occupabilità delle persone, attraverso lo sviluppo delle competenze richieste dal mercato del lavoro, con particolare riferimento ai giovani e alle donne;
• emersione dell’economia informale, ed un’efficace azione di contrasto del lavoro irregolare.
Nella prima parte, il documento propone un’analisi delle azioni portate avanti nel primo biennio di governo, in un contesto di crisi globale, al fine di salvaguardare la base occupazionale e la coesione sociale, avvalendosi del dialogo sociale e istituzionale, che ha visto convergere Governo, Regioni e parti sociali su importanti e tempestive decisioni.
Le iniziative assunte sono in prevalenza riconducibili a tre principali linee di azione:
- liberare il lavoro dalla oppressione fiscale, burocratica e formalistica;
- liberare il lavoro dal conflitto collettivo e individuale;
- liberare il lavoro dalla insicurezza.
La seconda parte del Piano è invece finalizzata a definire le priorità da perseguire affinché la ripresa possa essere celere ed incisiva e, quindi, a tracciare il percorso da intraprendere nel prossimo triennio secondo tre ulteriori linee di azione:
- liberare il lavoro dalla illegalità e dal pericolo;
- liberare il lavoro dal centralismo regolatorio;
- liberare il lavoro dalla incompetenza.
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