Piano nazionale di politiche per la famiglia

Presentata la bozza del Piano nazionale di politiche per la famiglia, nella seduta del Consiglio dei ministri del 22 luglio 2011.

È stata presentata dal Sottosegretario Carlo Giovanardi, nella seduta del Consiglio dei ministri del 22 luglio 2011, la bozza del Piano nazionale di politiche per la famiglia che tiene conto delle indicazioni scaturite dall’ampio dibattito sviluppatosi nel corso della Conferenza nazionale della famiglia (Milano, novembre 2010) e del lavoro di impostazione e approfondimento svolto dal Comitato tecnico-scientifico.

L‟Italia, contrariamente ad altri Paesi europei, non ha sinora avuto un Piano nazionale di politiche familiari, inteso come un quadro organico e di medio termine di politiche specificatamente rivolte alla famiglia, cioè aventi la famiglia come destinatario e come soggetto degli interventi.

Il Piano, che costituisce il quadro conoscitivo, promozionale e orientativo degli interventi relativi all'attuazione dei diritti della famiglia, è stato condiviso dal Consiglio dei Ministri con viva soddisfazione.

Questo Piano propone innovazioni stabili e strutturali di medio-lungo periodo che si ispirano innanzitutto ai principi dell‟ordinamento costituzionale italiano ampliandone la portata nell‟ottica di una politica familiare all‟avanguardia nel panorama europeo.

Ecco i punti salienti:

  • cittadinanza sociale della famiglia: la famiglia viene intesa come soggetto su cui investire per il futuro del Paese;
  • politiche esplicite sul nucleo familiare: si vuole delineare un quadro organico di interventi che abbiano la famiglia come destinatario;
  • equità fiscale nei confronti della famiglia: è uno dei principali punti su cui è necessario intervenire, per rispettare appieno i principi costituzionali in materia di capacità contributiva, in tal senso il Piano indica un percorso di progressiva introduzione del c.d. "Fattore Famiglia";
  • sostegno delle relazioni e della solidarietà interna: riconoscere e supportare il ruolo che la famiglia, oggi più che mai, è chiamata a svolgere nei confronti dei suoi membri, specie di quelli in condizioni di maggior fragilità (bambini, anziani, disabili);
  • sussidiarietà e sviluppo del capitale umano e sociale: gli interventi devono essere attuati in modo da non sostituire ma sostenere e potenziare le funzioni proprie e autonome delle famiglie, in una logica di empowerment delle famiglie stesse e dei loro membri, anziché di mero assistenzialismo, facendo leva sulla loro capacità di iniziativa sociale ed economica.

Le priorità individuate dal Piano quali aree su cui intervenire con maggior urgenza sono:

  • le famiglie con minori, in particolare quelle numerose;
  • le famiglie con disabili o anziani non autosufficienti;
  • le famiglie con disagi conclamati sia nella coppia, sia nelle relazioni genitori-figli.

La proposta illustrata al Consiglio dei Ministri sarà trasmessa alla Conferenza Unificata per acquisire l'intesa prima dell'approvazione definitiva.

[Fonte: Dipartimento per le politiche della famiglia]